Le stelle cadenti sul vulcano, torna “Vesuvio ‘e notte”

Attendere le stelle cadenti sul vulcano, un momento irripetibile reso possibile da “Vesuvio ‘e notte”, manifestazione che ha ottenuto negli anni un enorme riscontro di pubblico e si prepara a una settimana di Ferragosto tra miti, trekking, natura ed enogastronomia «made in Vesuviano». Dal 10 al 16 agosto tornano le passeggiate (a numero chiuso e con prenotazione obbligatoria) sul Sentiero 1 in compagnia di Umberto Saetta e delle guide vulcanologiche dell’associazione “I Vesuviani”. L’itinerario tra terra e cielo prevede un’escursione nel Parco del Vesuvio, i panorami della Valle dell’Inferno, caldera del Somma-Vesuvio, la passeggiata a pochi passi dal cratere con vista su Pompei e sulla Costiera Sorrentina. L’esperienza di tre ore, organizzata con il supporto di Zeus abbigliamento sportivo e Azienda vitivinicola Sorrentino, culmina al crepuscolo quando con gli occhi all’insù si potranno cercare le luci delle stelle cadenti, nelle notti di San Lorenzo, ai piedi del gigante dormiente. Caldamente consigliato, per gli escursionisti, portare con sé un bicchiere che gli organizzatori provvederanno a riempire di vino locale Docg e ad abbinare a un tarallo vesuviano. I partecipanti dovranno rispettare poche ma importanti regole: felpa, scarpe da trekking o ginnastica, colazione a sacco, k-way, torcia, borraccia, telo per sedersi a terra.

 

Info utili:

appuntamento alle 18:45 presso il Rifugio Imbò di via Vesuvio Ercolano (Piazzale di Quota 1000). Sono previste due partenze, alle 19;00 e alle 19.15

durata: circa 3 ore (andata e ritorno)

costo: 20 € maggiorenni e 10 € minorenni

Numeri utili (Mobile e Whatsapp):

Umberto: 335 584 2706

Angelo: 392 175 7658

Gennaro: 393 242 0995

Come raggiungerci:

Rifugio Imbò di via Vesuvio Ercolano,80056 NA (Piazzale di Quota 1000 del Gran Cono)

https://goo.gl/maps/csgaTV4eTkUM8WZr7

40.829220, 14.430188

Ercolano,80056 NA

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DOLORE CRONICO, NE SOFFRONO 13 MILIONI DI ITALIANI: “NO A TERAPIE FAI DA TE, ALTRIMENTI RITARDI SU CORRETTA DIAGNOSI”

Il dolore è quello che il corpo umano usa per dire che qualcosa non va. Tutti, prima o poi, provano dolore. Nell’infanzia il ‘farsi male’ insegna anche quali sono i limiti del nostro corpo, fin dove ci possiamo spingere e cosa succede se lo danneggiamo. Crescendo, il dolore può giungere senza che noi riusciamo a capire il perché. “Ci sono dolori che hanno perduto la memoria e non ricordano perché sono dolori”, diceva lo scrittore italoargentino Antonio Porchia. Ci sono dolori che da semplici ‘segnale di pericolo’ diventano cronici, persistenti, andando a ledere la qualità della vita. Ed è in questo contesto che in Italia esistono i centri per la terapia del dolore, dove si analizza il dolore, cercando di capire l’origine e come porvi rimedio: “Se dobbiamo definire cosa si intende per terapia del dolore, è la disciplina della medicina che si occupa della diagnosi e trattamento del paziente affetto da sintomatologia dolorosa acuta/cronica benigna/maligna”, spiega la dottoressa Milena Racagni (ASST Santi Paolo Carlo, Presidio San Carlo Milano; Terapia Intensiva Neurochirurgica, Terapia del Dolore), che tratterà il tema anche in occasione del 62esimo Congresso Nazionale della SNO (Scienze Neurologiche Ospedaliere), in programma a Firenze dal 27 al 30 settembre.
“La terapia del dolore si rivolge a popolazione mista sia giovane sia anziana- prosegue- e trova una collazione particolare nell’ambito del cosiddetto ‘dolore nuropatico’, ovvero dolore derivante da anomala sollecitazione del sistema nervoso sia centrale che periferico. ll dolore cronico è oggi una patologia a cui si riserva poca attenzione in ambito sanitario e sociale, benché ne soffrano circa 13 milioni di italiani e 150 milioni di cittadini europei. La popolazione italiana presenta una prevalenza di dolore cronico del 21,7%. Esiste inoltre una importante disparità tra le regioni, sia per l’accesso alle cure sia come uso dei trattamenti. È fondamentale che il sintomo del dolore venga approcciato correttamente sia dal punto di vista della diagnosi che della terapia, in quanto premessa fondamentale per contenerne la cronicizzazione. Negli ultimi anni si sono sviluppati diversi Centri specializzati per la Terapia del Dolore ai quali si accede tramite richiesta del medico di medicina generale o di altro specialista, con la dicitura ‘Prima visita Terapia del Dolore’”.
Ma come si può riconoscere il dolore? È possibile imparare a conviverci? Chi prova dolore a volte non riesce a identificarne la causa, con una serie di conseguenze nella propria quotidianità. Senza dimenticare che l’invecchiamento del corpo può portare con sé una serie di dolori che vanno a impattare sulla qualità della vita. “Per il paziente è molto faticoso passare da un’idea di dolore acuto, di cui ha fatto solitamente esperienza nella vita, a una di dolore cronico- spiega la dottoressa Racagni- Questo pone un primo ostacolo alla possibilità di aderire a piani terapeutici molto lunghi o addirittura che durano tutta la vita. Ricordiamo che la definizione di dolore cronico è un dolore persistente, continuo o ricorrente, che dura da più di 3 mesi. Diversamente dal dolore acuto, che è provocato da una specifica malattia o lesione, il dolore cronico diventa esso stesso malattia se non viene correttamente gestito. La terapia prevede un approccio multidimensionale e deve essere guidata dagli specialisti, evitando il ‘self-management’ che spesso porta a ritardi nella corretta diagnosi ed inficia sui risultati terapeutici. È quindi importante che i pazienti affetti da Dolore Cronico si affidino alle cure dei medici terapisti del dolore, che hanno a disposizione un’ampia gamma di farmaci come i FANS, neuro modulatori ed oppioidi. Questi ultimi giocano un ruolo importante nel trattamento del dolore severo sia oncologico che benigno, anche se i pazienti sono spesso reticenti ad utilizzarli”.
La possibilità di fare psicoeducazione e fare paragoni con altre terapie permette ai pazienti di cominciare a contemplare la possibilità che il dolore sia cronico, ma trattabile, e quindi che ci si possa convivere mantenendo una buona qualità di vita. “La ricerca scientifica, inoltre, compie perennemente passi in avanti- spiega ancora l’esperta- per aiutarci a capire meglio il dolore e come porvi rimedio. Per esempio, all’interno dei tessuti ci sono dei recettori nervosi periferici che se stimolati ripetutamente da una noxa innescano meccanismi di tipo infiammatorio che abbassano la soglia di risposta dei recettori stessi, provocando delle scariche spontanee e aumentando in modo anomalo la risposta agli stimoli. Questo meccanismo è detto ‘sensibilizzazione periferica’ e si manifesta clinicamente come iperalgesia, ovvero aumentata risposta agli stimoli dolorosi, e allodinia, sensazione dolorosa evocata da uno stimolo che in condizioni normali non provoca dolore. Questo processo può portare modificazioni irreversibili a carico del sistema nervoso che si traduce in persistenza cronica del dolore (neuropatico) anche quando venga meno lo stimolo nocicettivo”.
Le tecniche di neuromodulazione sono le procedure interventistiche che vanno ad interferire, per mezzo di campi elettromagnetici, con i meccanismi responsabili della genesi, dell’insorgenza e del mantenimento del dolore neuropatico. Esempi sono: Percutaneous Electrical Nerve Stimulation (PENS) o Radiofrequenze Pulsate (PRF). Durante la seduta di neuromodulazione viene utilizzata una sonda speciale ad ago, introdotta attraverso sistemi di neuroimaging radiologico a livello dei rami nervosi sensitivi interessati. Successivamente viene trasportata attraverso l’apice della sonda, una determinata quantità di energia, causando un blocco antalgico della branca sensitiva. Con un quadro di invecchiamento della popolazione sempre maggiore, in Italia diventa sempre più necessario tenere conto della qualità della vita. Qualità della vita che è posta al centro anche dinanzi gli avvenimenti dell’era moderna, che comportano stress, ansia, sedentarietà, ecc., componenti che possono facilitare una crescita di elementi avversi tra cui il dolore. “Lo stress e l’isolamento sociale che hanno caratterizzato in particolare il periodo della pandemia Covid hanno sicuramente giocato un ruolo determinante sulla modalità di approccio al dolore- fa sapere la dottoressa Racagni- L’impossibilità e la difficoltà all’accesso alle cure, oltre al vissuto personale sono da considerarsi fra le possibili concause della malattia dolore. Parallelamente, grazie ai progressi della medicina e al miglioramento dei supporti sociali, l’età media della popolazione si è notevolmente elevata; questo comporta una aumentata richiesta da parte di soggetti anziani e grandi anziani, che pertanto richiedono nella realizzazione del percorso di presa in carico (cura) il coinvolgimento della famiglia e/o dei caregiver”.
Non è in questi casi sufficiente la “classica prescrizione terapeutica- sottolinea l’esperta- ma il processo va ampliato cercando di creare empatia e collaborazione con le figure che ruotano attorno al paziente stesso, unica garanzia di successo del progetto terapeutico. Quindi, all’intero del concetto di terapia del dolore, ‘curare’ acquista il suo significato più vero di ‘prendersi cura della persona’ nell’ambito di una umanizzazione delle cure”. Nei centri di Terapia del dolore sono varie le patologie che possono essere trattate. Esempi di dolore trattato sono le patologie a carico del rachide, esiti di interventi correttivi sulla colonna vertebrale, nevralgie, dolore neuropatico, dolore neoplastico cronico, dolori in osteoporosi, sindrome fibromialgia, gli esiti di interventi chirurgici, esiti di terapie radianti e esiti di trauma e patologie del connettivo. “La terapia del dolore si avvale sia di trattamenti farmacologici che trattamenti invasivi. È una disciplina che privilegia il lavoro in team con specialisti diversificati in funzione della diagnosi, ad esempio fisiatra, fisioterapista, neuroradiologo, reumatologo, ortopedico, neurochirurgo ecc. Questo- prosegue anxora Racagni- permette di creare un team coordinato da un medico specializzato in terapia del dolore, ovvero l’anestesista”.
Nell’ambito della presa in carico del paziente si deve tenere conto anche dell’impatto biopsicosociale del dolore; in questa ottica è “fondamentale” la collaborazione stretta con la figura dello psicologo clinico. “A Milano è nata RED, la rete dei centri di Terapia del dolore, che riunisce tutte le strutture metropolitane che si occupano di sindromi dolorose- spiega la dottoressa Racagni- Una prima risposta alle esigenze di cura e intervento sul dolore dovrebbe venire dai medici di medicina generale. Pazienti che necessitano di approfondimenti più specialistici devono, invece, essere indirizzati verso i centri di cura del dolore specializzati, organizzati a Milano nella rete assistenziale – RED. Tale rete rappresenta un riferimento per il medico di medicina generale- conclude l’esperta- e ha l’obiettivo di rendere più accessibile la cura del dolore al paziente adulto e pediatrico”.

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Servizi socio sanitari, scorre la graduatoria. La preoccupazione dei lavoratori del Terzo Settore: “Monte ore diminuito, noi rischiamo di perdere il lavoro”

La buona notizia come quella di nuove assunzioni nella sanità campana, con l’Asl Napoli 1 Centro alla ricerca di nuove figure professionali nell’ambito dei servizi socio sanitari e socio assistenziali attraverso lo scorrimento delle graduatorie aperte nel mese di giugno 2023, rischia di trasformarsi in una beffa ai danni di coloro i quali nello stesso ambito già operano da decenni, per i quali potrebbe profilarsi addirittura la perdita del proprio lavoro. La preoccupazione di un ribaltone ai loro danni, sta pervadendo decine e decine di professionisti dei vari centri diurni dei diversi distretti capoluogo partenopeo per cui è competente l’azienda sanitaria locale Napoli 1 Centro. Le segreterie regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fp Napoli e Campania, in una nota congiunta parlano di “messa in mobilità di 20 educatori’’ cosa che “rischia di diventare un dramma occupazionale con conseguenze su centinaia di lavoratrici e lavoratori, impiegati nei servizi in appalto nelle aziende sanitarie locali e ospedali’’. La paura per il futuro lavorativo serpeggia ad esempio in una realtà come Gatta Blu, primo centro di riabilitazione psichiatrico e psicosociale in Campania attivo a Scampia, nel distretto sanitario 28 dell’Asl Napoli 1 Centro, fondato dal professor Sergio Piro a fine anni ’80. A svolgere attualmente le varie mansioni nell’ambito psicosociale e psichiatrico al centro diurno Gatta Blu sul territorio del quartiere a Nord di Napoli sono gli operatori della cooperativa sociale Era, nata nel 2012 su iniziativa di quattro cooperative sociali storiche legate al gruppo di imprese sociali Gesco, il Calderone, Alisei, Alser e L’Aquilone. Tutte loro gestiscono in strutture pubbliche e private servizi residenziali e semiresidenziali, tra cui Servizi intermedi residenziali e Centri diurni riabilitativi nell’area psichiatrica, nell’area delle dipendenze, comunità di accoglienza e centri diurni per anziani.

La preoccupazione degli operatori di Gatta Blu – Al centro diurno Gatta Blu di via Oliviero Zuccarini a Scampia, attivo dalle 9 alle 17, ci sono 12 operatori, tra educatori e responsabili della riabilitazione, sono arrivati a essere presi in carico anche una quarantina di persone a cui dare supporto è necessario. Tra i professionisti c’è l’educatrice socio-sanitaria Letizia Alfano, che afferma: «La Legge Basaglia (la numero 180/1978) oltre a decretare la chiusura dei manicomi ha messo al centro la rete territoriale ed educativa delle varie comunità. Quest’obiettivo – aggiunge la Alfano – ha fatto sì che i professionisti sviluppassero un metodo di lavoro volto alla salvaguardia di chi usufruisce dei servizi del centro diurno. Noi non siamo contro la graduatoria dell’Asl Napoli 1 Centro per l’assunzione di nuovo personale, ma stando a quanto abbiamo, con partenza 1 agosto, sarebbe stato deciso un assottigliamento di 720 ore settimanali su tutti i servizi dell’Asl Napoli 1 Centro, compresi quelli garantire i servizi di Gatta Blu’. Tutto ciò, secondo la convinzione dell’educatrice Letizia Alfano, presupporrebbe, almeno per una parte anche dei 12 lavoratori di Gatta Blu, «il rischio di professionisti come noi di perdere il lavoro.Se ciò dovesse accadere a qualcuno di noi o magari a tutti davvero, quale sarebbe il nuovo metodo adottato dall’Asl per garantire i servizi? In quale direzione si vorrebbe andare? Si ricomincerebbe da capo con nuovi operatori e si vanificherebbe quanto fatto in decenni di lavoro fatto con professionalità, aggiornamenti e appunto la costruzione di un metodo in favore della persona». Alfano ribadisce: «La riduzione va estesa a tutti i servizi non solo quelli di cui ci occupiamo noi». A Gatta Blu lavora da 30 anni Giovanni Chianese, uno dei veterani. «Il discorso non va posto su un piano di competizione rispetto a chi è più bravo, ma riguarda l’esperienza maturata in trent’anni e il metodo adottato. Forse il nostro lavoro non è ben visto dall’Asl, che magari non riesce fino a fondo a riconoscerlo? Il nostro è un lavoro difficile, dove non deve mancare l’empatia. Chi già entrato ha avuto comunque bisogno delle indicazioni da chi lavorava da più tempo».

La raccolta firme in favore degli operatori – A favore degli attuali 12 operatori di Gatta Blu c’è da segnalarsi la mobilitazione dell’Ottava Municipalità e del distretto sanitario 28, che oltre a Scampia comprende anche i quartieri di Chiaiano, Piscinola e Marianella, con una raccolta firme promosse da varie realtà territoriali. Chiunque lo volesse, può inviare la propria adesione all’indirizzo mail med.antirazzista.napoli@gmail.com “Oggi – si legge tra le altre cose nell’appello a sostegno di Gatta Blu – c’è la necessità di riscrivere un nuovo patto sociale. Rivendichiamo il riconoscimento di un patrimonio di esperienza e conoscenza, la necessità di implementare ulteriori servizi che rispondano ai nuovi bisogni rilevati, il mantenimento dei livelli occupazionali e lo sviluppo di un modello di Sanità campana più vicino ai territori’’. A “difesa del C.D.R. Gatta Blu’’, a “sostegno dei diritti’’ delle lavoratrici e dei lavoratori e del “mantenimento del patrimonio professionale e culturale costruito negli anni sui territori’’ è l’aggiunta, “si costituisce un’organizzazione di base insieme al coordinamento della rete territoriale di Scampia, ai sindacati, alle associazioni di categoria, alla cooperazione sociale, alla Ottava Municipalità’’. Ad aver già firmato l’appello ad oggi sono: i ragazzi e le ragazze del Gatta Blu, la Rete del Mediterraneo Antirazzista Scampia, BandaBaleno Murga Di Napoli, Associazione Dream Team – donne in rete. E ancora: Presidio Territoriale Libera Scampia “Antonio Landieri” ArciScampia Gridas Grupporisvegliodalsonno Progetto Pangea – Scampia Chi rom e chi no Circolo La Gru Comunità del Cassano Scuola Clopin Asd. “L’esperienza e il know-how di ogni operatore – viene ulteriormente ribadito nell’appello – hanno creato e realizzato percorsi sperimentali sviluppando buone pratiche nella cura e nella qualità della vita quotidiana delle persone. Comunità competenti, colte, resilienti, operativamente flessibili, informate delle risorse che hanno a disposizione sui territori e legate ad essi per sviluppare percorsi di inclusione, autonomia, inserimento lavorativo’’. Il rischio ravvisato in relazione alle nuove assunzioni tramite graduatoria Asl è riassunto dai promotori della raccolta firme in quattro punti.  1) “Licenziare operatori e operatrici socio sanitarie della cooperazione sociale attivi sui territori da oltre trent’anni, sostituendoli con nuove figure’’. 2) “Procurare un danno agli utenti e ai loro familiari, un vuoto nei riferimenti, scaricare sulle famiglie, dalle quali molte volte proviene il disagio, ulteriori problematiche’’. 3) “Privare il territorio di una risorsa e di un legame comunitario che produce cura e salute sociale’’. 4) “Smantellare un metodo, un patrimonio di esperienza, un’impalcatura sociale cardine della legge Basaglia, alimentare l’isolamento sociale e lo stigma che accompagna la salute mentale’’.

La nota dei sindacati –Nella nota congiunta le segreterie regionali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fp Napoli e Campania, annunciano dopo la pausa estiva una “mobilitazione, finalizzata a determinare condizioni che tengano conto dell’esperienza e del contributo che questi lavoratori hanno fornito nel funzionamento dei servizi anche nel corso della pandemia’’. Le funzioni pubbliche campane dei tre sindacati confederali affermano dicono aggiungono: “Nel condividere il processo di internalizzazione dei servizi in appalto in atto ritengono altresì doveroso che tale processo abbia la giusta attenzioni verso chi nel corso degli anni (in alcuni casi anche 20) ha contribuito all’apertura e al funzionamento di innumerevoli servizi Socio-sanitari. È possibile – sono convinti Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fp Napoli e Campania – un impiego di questa forza lavoro alle dipendenze della Pubblica Amministrazione, fermo restando i requisiti di accesso, garantendo la riserva dei posti prevista dalla normativa, sia nell’apertura di nuovi servizi che di quelli già operativi, utilizzando le professionalità acquisite che è garanzia di qualità dei servizi’’.

di Antonio Sabbatino

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Ricomincio dai libri, torna la grande fiera del libro di Napoli

Venerdì 22 settembre torna Ricomincio dai Libri, la Fiera del Libro di Napoli, che si terrà fino a domenica 24. La nona edizione della kermesse letteraria si svolgerà nella casa delle storie: l’Archivio di Stato di Napoli, nel cuore del centro storico della città. Lo spazio espositivo riempirà gli imponenti spazi dell’ Archivio, dal Chiostro dei Marmi, che accoglierà le case editrici, all’incantevole Chiostro del Platano, mentre le presentazioni verranno accolte dalla Sala Filangieri e dalla Sala dei Catasti.  Saranno due gli ingressi che portano agli spazi dedicati alla Fiera: piazzetta del Grande Archivio, 5 e Vico Monte della Pietà, accanto alla Facoltà di Sociologia della Federico II di Napoli.  

 “Siamo alla nona edizione e “Ricomincio dai Libri” è sicuramente una certezza nel panorama culturale della città” – dichiara la presidente di Ricomincio dai Libri, Deborah Divertito – “Siamo molto orgogliosi dei passi in avanti fatti in questi anni. Ciò a partire dalla collaborazione con l’Archivio di Stato di Napoli che diventerà la nostra casa e la casa di tutti coloro che verranno a trovarci. Quest’anno, ancor più degli scorsi, abbiamo 4un programma di altissimo livello che conferma che il nostro direttore Lorenzo Marone è uno dei fiori all’occhiello di una squadra compatta, competente e pronta ad ogni nuova sfida” conclude Divertito.  

“La nostra “Casa delle Storie” rappresenta un polmone culturale per Napoli che sta dispiegando le proprie potenzialità  – afferma la Direttrice dell’Archivio di Stato di Napoli, Candida Carrino – proponendosi a un pubblico sempre più vasto e dagli interessi diversificati. “Ricomincio dai Libri” è in sintonia col nostro obiettivo di dare spazio alle storie, sia contenute nei faldoni archivistici, cronache di una concatenazione di secoli, sia frutto dell’immaginazione degli autori e delle analisi della saggistica. Il nostro obiettivo di aprirci a tutti e non solo a studiosi ed esperti si trova dunque realizzato anche in questa collaborazione.” 

Una nona edizione ricchissima di ospiti provenienti da tutta Italia: Enrico Galiano (Garzanti), Rosella Postorino (Feltrinelli), Antonella Lattanzi (Einaudi), Daniele Mencarelli (Mondadori), Licia Troisi (Rizzoli), Paolo Di Paolo (Feltrinelli), Maurizio De

Giovanni (Salani Editore), Viola Ardone (Einaudi), Matteo Strukul (Newton Compton 

Editori), Nando Dalla Chiesa (Bompiani) , Roberto Alajmo (Rizzoli), Marta Correggia (Vanda Edizioni), Nancy Porsia (Bompiani), Francesco Piccolo (Einaudi), Giuseppe Oddo e Andrea Greco (Feltrinelli), Piergiorgio Pulixi (Rizzoli), Gianni Solla (Einaudi), Monica Acito (Bompiani), Annalisa Angelone (Alessandro Polidoro Editore), Daniele Sanzone (Les Flâneurs Edizioni), Fuani Marino (Einaudi), Anna Trieste (Feltrinelli), Gabriella Genisi (Nero Rizzoli), Lorenza Gentile (Feltrinelli), Aurora Tamigio (Feltrinelli), Lavinia Petti (Mondadori), Francesco Pinto (HarperCollins), Matteo Bussola (Einaudi), Antonella Ossorio (Neri Pozza), Mariarosaria Selo (Rizzoli), Mirella Armiero (Solferino), Davide Urso (Solferino), Alessio Forgione (Solferino), Stefania Spanò (Garzanti), Piera Ventre (Neri Pozza e Marotta&Cafiero), Vincenza Alfano (Solferino), Manlio Castagna (Piemme), Nando Vitali (Castelvecchi), Andrea Vitali (Einaudi),  Francesca G. Marone (Les Flâneurs Edizioni), Cristina Cassar Scalia(Einaudi), Massimiliano Virgilio (Rizzoli), Patrizia Rinaldi (Nero Rizzoli).  

 Il programma completo della IX edizione di Ricomincio dai Libri è consultabile sul sito www.ricominciodailibri.it 

 Il tema di quest’anno, illustrato dall’artista napoletano Luca Carnevale, è la “La città invisibile”, un omaggio a Italo Calvino nel centenario della sua nascita.  

 “A cento anni esatti dalla nascita di Italo Calvino celebriamo questa edizione 2023 di Ricomincio dai Libri prendendo spunto dalle sue riflessioni e dai suoi romanzi, perché le città sempre più rivestono un ruolo centrale nella nostra vita” – dichiara il direttore artistico della kermesse, Lorenzo Marone -.  

“Oggi più di ieri – continua lo scrittore – occorre capire come muoversi nel disordine che le abita, e che abita le società, per essere meno differenti e più consapevoli”.  

Si parte venerdì alle 11.30 in Sala dei Catasti con la presentazione Barriera (Piemme) di Manlio Castagna per arrivare alle 12.30 in Sala Filangieri con Enrico Galiano e il suo Geografia di un dolore perfetto (Garzanti). Alle 16 si riparte con L’uomo della posta 

(Castelvecchi) di Nando Vitali per poi seguire con Fame d’aria (Mondadori) di Daniele Mencarelli e ancora Cose che non si raccontano (Einaudi) di Antonella Lattanzi, Il re del gelato (Einaudi) di Cristina Cassar Scalia. Alle 19 sarà la volta di Patrizia Rinaldi e Guaio di notte (Nero Rizzoli) per concludere la giornata con Genitori cercasi (Einaudi) di Andrea Vitali e Romanzo senza umani (Feltrinelli) dello scrittore romano Paolo Di Paolo.

Sabato 23 – Dalla prima presentazione di Grande Meraviglia di Viola Ardone alla finalista del Premio Strega Rosella Postorino

Alle 11 si parte con Massimiliano Virgilio e Il tempo delle stelle (Rizzoli) e Annalisa Angelone e Diana Spencer, morte, mito e misteri (Alessandro Polidoro Editore), per poi seguire con Gli spettri della sera (Neri Pozza) di Piera Ventre per fare un tuffo nella Venezia del 1729 de Il ponte dei delitti di Venezia (Newton Compton Editori) di Matteo Strukul. Prima presentazione per Grande Meraviglia (Einaudi) di Viola Ardone. Chiude la mattinata La boffa allo Scecco (Rizzoli) di Roberto Alajmo.

Alle 16 si riprende con Il mio nome è Aoise (Vanda Edizioni) di Marta Correggia e con Mal di Libia. I miei giorni sul fronte del Mediterraneo (Bompiani) di Nancy Porsia. Alle 17 sarà la volta de La guerra non torna di notte (Solferino) di Vincenza Alfano mentre alle 17.30 Francesco Piccolo parlerà del suo La bella confusione. L’anno di Fellini e Visconti (Einaudi). Nella seconda parte del pomeriggio ci saranno Piergiorgio Pulixi con Stella di mare (Rizzoli), la doppia presentazione con Gianni Solla e Monica Acito per concludere il pomeriggio con la finalista del Premio Strega Rosella Postorino e il suo Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli) e in anteprima Daniele Sanzone con Madre dolore. La prima inchiesta dell’ispettore Del Gaudio (Les Flâneurs Edizioni).  

Domenica 24 – Fuani Marino, Anna Trieste, Licia Troisi, Gabriella Genisi, Matteo Bussola, Maurizio De Giovanni, Nando Dalla Chiesa e tanto altro…  Si parte alle 11 con la presentazione di Fuani Marino e Vecchiaccia (Einaudi) per poi passare a “Napoli torna Campione!” con Anna Trieste. A seguire: alle 12.30 Licia Troisi con Astrofisica per ansiosi (Rizzoli), L’angelo di Castelforte (Nero Rizzoli) di Gabriella Genisi alle 13.  

Alle 16 Le cose che ci salvano (Feltrinelli) di Lorenza Gentile e alle  16.30 a Il cognome delle donne (Feltrinelli) Aurora Tamigio, mentre alle 17 sarà la volta di  Lavinia Petti e Francesco Pinto che presenteranno i rispettivi Dove nascono le ombre (Mondadori) e Gli strani casi del club 22 (HarperCollins). Rush finale con  Un buon posto in cui fermarsi (Einaudi) di Matteo Bussola (ore 17.30) in sala Filangieri, alle 18 I bambini del maestrale (Neri Pozza) di Antonella Ossorio.

Alle 18.30 Nando Dalla Chiesa presenterà La legalità è un sentimento. Manuale controcorrente di educazione civica (Bompiani).  

A chiudere la nona edizione l’anteprima di Maurizio De Giovanni con Il canto del mare di Andrea Camilleri e Maurizio de Giovanni. Illustrazioni di Mariolina Camilleri. (Salani Editore).  

Vivere di cultura non sempre è economicamente semplice, ma fortunatamente negli ultimi anni sono tante le possibilità che si dipanano, sebbene molto spesso siano ignote ai protagonisti del panorama editoriale, e non solo. E’ proprio questo il tema dell’incontro che si terrà venerdì alle 12.30 nella Sala dei Catasti dal titolo “I sostegni della cultura” con Daniela Savy – Docente dell’Università Federico II; Vittorio Fresa – Invitalia; Serena Mazzei e Mazzei and Partners – University Mariland; Errico Formichella – Chair Sef ; Candida Carrino – Direttrice Archivio di Stato; Sergio Locoratolo – Coordinatore politiche culturali del Comune di Napoli. Questo incontro sarà l’occasione di confrontarsi in un mondo nuovo che possa mettere concretamente in rete il mondo culturale. 

 Sabato 23 alle 16.30 momento musicale e presentazione del libro con Il segreto di Sigismund Thalberg. Il pianista che suonava con tre mani(Colonnese).

Interverranno la curatrice, Candida Carrino, e gli autori Francesco Nicolosi e Marielva Torino che racconteranno alcuni aneddoti che hanno visto protagonista il grande pianista. 

Domenica 24, invece, sempre nella Sala dei Catasti alle 19 si l’incontro “Napoli e i suoi scrittori” con Mirella Armiero, Davide D’Urso, Alessio Forgione, Stefania Spanò e Gianni Solla. Gli autori racconteranno la loro Napoli, così bella e contraddittoria, sapientemente narrata nei libri.  

 Sabato 23 si terrà la premiazione della seconda edizione del Premio Queneau, organizzato dall’associazione Librincircolo, che ha come obiettivo quello di individuare non solo la validità di una storia o la fluidità del suo plot, ma l’originalità quanto a stile, trama, costruzione e utilizzo del lessico. A premiare i vincitori, lo scrittore Pino Imperatore, umorista ed esperto di ludolinguismo.  

“La nostra idea è quella di un premio letterario differente perché, normalmente, queste iniziative tendono a premiare la storia, il genere narrativo o il contenuto. Noi invece vogliamo cercare lo stile, l’idea originale, il taglio narrativo che sia fuori dal comune”, dichiara Gianluca Calvino, presidente dell’associazione Librincircolo. 

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Firmate da Anci e Garante nazionale le linee guida su nomina e metodi di lavoro dei Garante dei detenuti

’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) e Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale hanno adottato oggi le “Linee guida” volte a favorire l’omogeneità nella nomina dei Garanti e delle Garanti comunali delle persone private della libertà, l’effettivo supporto da parte delle Amministrazioni comunali nonché metodi di lavoro condivisi.

Redatte attraverso un Gruppo di lavoro composto da alcuni Garanti comunali e coordinato congiuntamente, sono state oggi firmate a Bari da Antonio Decaro e da Mauro Palma, rispettivi Presidenti dell’Anci e del Garante nazionale.

Le Linee guida vogliono essere uno strumento di orientamento per i Consigli comunali deputati alla nomina dei rispettivi Garanti e per le Amministrazioni incaricate di sostenerne le attività, individuando una serie di criteri necessari ad assicurare il giusto equilibrio tra la dimensione istituzionale e l’autonomia di azione dei singoli Garanti. Un aspetto fondamentale è l’inserimento dell’Autorità di garanzia nello Statuto dell’Ente designante, come figura effettivamente indipendente e autonomia. Per l’efficacia della loro azione, è sottolineata l’importanza dell’estensione della competenza in tutti i luoghi ove una persona possa trovarsi privata della libertà: oltre agli Istituti detentivi, le strutture di responsabilità delle Forze di polizia, i luoghi di trattenimento dei migranti irregolari, i servizi psichiatrici ospedalieri, le comunità chiuse, anche di tipo socio-sanitario o assistenziale.

Le “Linee guida” indicano anche requisiti, incompatibilità e procedure per la revoca o la scadenza anticipata del mandato.

Dichiara Mauro Palma, Presidente del Collegio del Garante nazionale: “La firma odierna di queste ‘Linee guida’ rappresenta un riconoscimento dell’azione del lavoro dei garanti che operano a livello comunale e offre uno strumento di coordinamento per la loro azione al fine di rendere omogenea l’effettività della tutela dei diritti delle persone private della libertà. Ringrazio l’ANCI, il suo Presidente Antonio Decaro e il Gruppo di lavoro che ha positivamente operato per la stesura delle Linee guida”

Il Presidente dell’Anci Antonio Decaro ha spiegato: “Il garante comunale delle persone private della libertà è una figura che assicura la presenza delle istituzioni e il rispetto dei diritti e delle tutele, lì dove ci sono persone private della propria libertà. Per questo è importante che questa figura abbia requisiti e competenze di altissimo profilo così da offrire ai cittadini che ne hanno bisogno la massima garanzia di tutele. Con Anci e il Garante nazionale abbiamo portato avanti questo ampio lavoro così che tutti i comuni abbiano chiari i criteri uniformi e definiti per le nomine così da assicurare le funzioni di questa figura chiamata ad operare spesso in contesti di fragilità e marginalità”.

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Gli attivisti di Ultima Generazione incontrano Pichetto Fratin

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, incontrerà martedì prossimo una delegazione di attivisti per il clima di Ultima Generazione, che avevano chiesto ripetutamente un’apertura al dialogo con il governo Meloni, per discutere l’annoso tema della lotta ai cambiamenti climatici.

Ci siamo immediatamente attivati per organizzare un appuntamento, e il prossimo 8 agosto si terrà un primo incontro per aprire un dialogo con le forze di Governo”, così riporta una nota pubblicata dagli attivisti di Ultima Generazione, movimento per la lotta alla crisi climatica, che ha avuto gli onori della cronaca per le numerose eclatanti azioni di protesta non violenta.

Il ministro Pichetto Fratin, in occasione di un’intervista datata 30 giugno scorso, si era detto favorevole ad un incontro con gli attivisti, ma solo dopo il moltiplicarsi degli appelli giunti al ministero, è stata fissata una data, l’8 agosto. “Essere nella sua posizione non è cosa da poco e di sicuro richiede un gran bagaglio di competenze, oltre che una visione a lungo termine, imprescindibile per chi voglia fare politica. Sarà interessante sentire quelle che immagina siano le prospettive del nostro Paese nei prossimi anni.”, si legge in un comunicato sulle pagine social di Ultima Generazione, “abbiamo apprezzato la sua recente risposta in cui si dice disposto ad incontrarci per ascoltare le nostre richieste. Anche noi saremmo interessati a capire come il Ministero da lei diretto intenda rispettare, e magari superare, gli insufficienti obiettivi europei del Fit for 55, oppure come intende procedere per eliminare i sussidi ambientalmente dannosi entro il 2025. Confidiamo nella sua volontà di mettere in atto quanto annunciato“.

La richiesta di Ultima Generazione, diretta al ministro dell’Ambiente, è rendere l’incontro quanto più trasparente possibile: “Vorremmo che l’incontro con Pichetto, come quello con Cingolani, fosse pubblico e aperto a domande della stampa e del pubblico“. Infatti, anche il precedente ministro dell’Ambiente del governo Draghi, Cingolani, nel marzo del 2022, aveva accettato l’invito di Ultima Generazione al dibattito pubblico. Incontro, che come ben sappiamo, si concluse con un nulla di fatto, con le parti nettamente distanti sulle strategie e sulle soluzioni da adottare. In vista dell’8 agosto, gli attivisti per il clima non possono far altro che far appello alla speranza che, almeno questa volta, il dialogo possa essere foriero di un vero cambiamento, magari suggellato dal buon senso che quel grande orologio climatico, che cinge proprio l’ingresso del ministero, non fa che invitarci ad usare ogni secondo; e che oggi segna 5 anni e 353 giorni.

di Valerio Orfeo

 

 

 

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